Venerdì, 15 Giugno 2007

Sedili reclinati

Reclinati all’indietro gli schienali dei sedili dell’auto , ci siamo stesi l’uno accanto all’altra come due pacchetti di Claudio Bravo. Ognuno di noi avvolto dentro il mistero chiaro-scuro della propria età, della somma delle proprie esperienze, del proprio dna. Eravamo tuttavia sotto lo stesso tettuccio grigio chiaro dell’auto, sotto lo sfrecciare delle stesse rondini, sotto la stessa nuvola. Il nostro improvvisato lettone grande stava giusto giusto dentro le linee gialle di un parcheggio per disabili. Abbiamo giocato, complice il mio telefono samsung con la sua opzione sveglia unica. Ero stanca e avevo voglia di riposare accanto alla sua allegria.
Mettiamo la sveglia tra dieci minuti e in questi dieci minuti dobbiamo stare in silenzio ad occhi chiusi ed ascoltare i rumori. Vince chi ne dice di più.
La pioggia, le macchine, uccellini , gente che parla lontano…
… asfalto bagnato, erba che cresce, nuvola che passa.
I primi quattro li ha detti lui, gli altri io ( lui ha creduto anche agli ultimi e la prossima volta è possibile che provi a immaginarsi il rumore di qualcosa di ancora più silenzioso).
Hai vinto tu. Adesso dieci minuti, riposiamo e basta per dieci minuti.
Credo d’aver anche dormito, lui barava e lo vedevo nello specchietto socchiudere gli occhi credendo di non essere visto, fare le boccacce a se stesso, alzarsi e contarsi le lentiggini.
Adesso cinque minuti della tromba che mi fa ridere( ), mi ha chiesto.
Di sveglia in sveglia sono passati i quarantacinque minuti della fisioterapia di Tommaso, che siamo andati a riprenderci correndo sotto la pioggia sottile che- anche lei - riga le guance d’allegria.



Claudio Bravo, A couple, 2003

 

Sabato, 9 Giugno 2007

L’aria o il vento

Si lagnò con se stessa d’essere sempre la solita. Troppo tempo perso, promesse a un passo dall’essere mantenute. Promesse a se stessa soprattutto. Quello che vedeva in quel momento di se stessa erano soprattutto i foglietti sparsi, gli oblii, i passi inutili a controllare il gas. I treni persi, i calzini spaiati. Si accorgeva di inciampare sempre sui soliti sassi. Erano come quei grossi sassi lucidi che aveva notato vicino a casa. A poco a poco l’acqua piovana li aveva resi sempre più evidenti trascinando lontano il ghiaino sottile. Non per questo essi erano meno insidiosi. Ecco, più o meno questo il perimetro dei suoi pensieri. Ma intanto i suoi occhi si erano fermati sulla sua immagine allo specchio e in quell’esatto momento di quel tardo pomeriggio di giugno quell’immagine le piaceva. Le donava anche il giallo , ora che le bizzarrie della vita l’avevano trasformata in una donna dai capelli corti e scuri ( e alle more il giallo sta bene, si sa). Due lame di luce dorata entravano dalla finestra e le scaldavano la nuca l’una, il braccio destro l’altra. La peluria si trasformava in mille aghi di luce a portarle energia dentro il cuore. Il bambino aveva una maglietta rossa con la stampa sul davanti di una villa palladiana. Entrò dentro quell’immagine allo specchio dall’angolo in basso a sinistra.
Cosa disegniamo domani?
Si vedrà, l’aria, forse. O il vento. Ti va?

 

 


Franco Sarnari -1968
particolare sull’amore
olio su tela 210 x 115 cm

 

Giovedì, 7 Giugno 2007

Evelyn Williams
"My work comes from my life, shaped, nourished and determined by events and accidental happenings, misfortunes and relationships. If I could use words or sing songs there would be no need to paint pictures." Evelyn Williams
Un’artista straordinaria, inglese, che ho scoperto di recente. Peccato sembri esserci un copyright ferreo. Ma è bello guardare i suoi lavori. Qui: http://www.evelynwilliams.com/